martedì 29 ottobre 2013

Roma tromatizzata da Lloyd Kaufman, il vendicatore del cinema indie

Don't worry, we will continue to lose money for a long time to come because we love our fans! (Lloyd Kaufman)

Quale è il film più Tromesco dell'anno? "Lincoln, di Steven Spielberg" (Lloyd Kaufman)


di Roberto Silvestri

Stanley Lloyd Kaufman jr.
Stanley Lloyd Kaufman jr. a Roma. Grande festa. E' il primo invito ufficiale. E' arrivato il patron della Troma, da 40 anni simbolo del cinema più indygesto, libero indipendente splatter (non manca mai una gamba spaccata e spezzata che vola, non mancano mai le automobili che fanno le capriole e vanno a pezzi, nei suoi film) autonomo e scomodo d'America. Le sue commedie splatter (e quelle che produce) sono puntute, animaliste, anti razziste, anti sessiste, anti nucleari ma di un grande e bel cattivo gusto, sono poesia pura già solo nei titoli, The Good, the Bad and the Subhumanoid, Terror Firmer, Surf nazis must die Tromeo and Juliet, per esempio. E ha dato magnifiche lezioni di cinema, in due giorni, per giovani filmaker svegli, a Cinecittà, in via Tuscolana 1055, sede del Nuct, scuola privata finanziata dallo stato... "Peccato, solo sei ore in tutto, avremmo voluto godercelo molto di più" ci confessa un allievo dei corsi, un giovane musicista italiano che vive all'estero perché in Italia non si può fare proprio nulla di serio. Ma Kaufman è molto occupato sul set. Sta girando in questi mesi anche come attore una grande quantità di film (in uno fa l'ubriaco, in due il presidente degli Stati Uniti, in uno Hitler...). "Ma sono tutte produzioni di amici, no budget. Non prendo una lira, non come ai tempi di Avildsen, di Joe, Rocky, Il pornocchio...".

Pat Swinney. Al fianco di Lloyd, biondissima, 'lady Butterfly', sua moglie Pat Swinney Kaufman, per oltre 30 anni leader della Film Commission newyorkese e prima di andare in pensione presidente delle Film Commission di tutto il mondo. Andare in pensione? Non si direbbe. Sembra una Super Tromette! Troma è, evidentemente, un elisir d'eterna giovinezza. I film Troma sono girati in esterni in New Jersey. E' lì che ha sede l'immaginaria città di Tromaville (la città dove i polli si trasformano in zombie). Nessun conflitto di interessi, dunque. L'incontro con Lloyd e Pat è a piazza Navona. Mi parlano delle loro tre figlie, tutte filmaker. Ma lei sa tutto anche sul conflitto artistico Bernini/Borromini. Della chiesa di Sant'Agnese e della statua berniniana terrorizzata dalle architetture sovrumane e subumane del grande artista svizzero-barocco che stanno per cadergli addosso... Barocco è anche lo spazio Troma. Inquieto. Mutante. Con corpi in metamorfosi continua. Grandi spinte dall'interno verso l'esterno. E viceversa. Una spazialità conflittuale.

Ma che vuol dire Troma? Nelle interviste Kaufman continua a ripetere ai giornalisti, che regolarmente appuntano e riportano, che è una parola latina, tratta dall'Eneide. Che lui ha un culto speciale per Virgilio. E detto a Roma, a piazza Navona, dentro quel vortice architettonico e davanti a un Manhattan e a due prosecchi, ha un certo fascino, l'aneddotto. Ma quando svela il significato della parola, "l'eccellenza nella celluloide".... non può non ridere ed è costretto a confessare. "No, è la parola più brutta e cacofonica che abbiamo trovato quando si è trattato di inventare con il mio socio Michael Hertz un marchio effimero per lanciare commedie teenager da college come Squeeze Play! Tanto lo avremmo cambiato prima o poi..." Invece. Ma è brutta, la parola, come il musical hitleriano di The Producers. Troma funziona. Anche se in ufficio da 25 sono dovuti scendere a 12. La crisi.

Yiddish scaccia Yiddish. Kaufman fisicamente assomiglia a Mel Brooks, ma è molto più asciutto, magro e salutista (è vegetariano praticante, per sfuggire all'avvelenamento da junk food destino di chi, negli States, non ha una lira e rischia un futuro genetico da obeso-plastico). Ha vissuto e insegnato un anno in Ciad dopo l'università. "Volevo disintossicami dalla metropoli. In Africa siamo tornati anni dopo, in Camerun, con mia moglie". E' molto incuriosito dal film di un grande regista del Ciad, Mahamat Saleh Haroun, Grigris, che ha perso a Cannes perché racconta l'odissea di un brillante ballerino senza una gamba. E' appena uscito in dvd negli Usa. Kaufman è sempre spietato con il pietismo ipocrita. E nei suoi film egualitari l'handicappato è presente inevitabilmente ma entra in campo e lotta ed è anche cattivo e perfino massacrato, come tutti gli altri. 

Una Tromantica avventura. Kaufman ha infatti uno spirito comico e dissacrante molto sviluppato. Svezzato anche a comics book (oltre che a droga ricreativa e masturbazione). Suoi grandi amici sono Fred Camper e Stan Lee, con cui scrisse una sceneggiatura, Night of the Witch, che stava per diventare un film Cannon.  Il loro sogno autorale infranto fu di far dirigere un loro copione, The man who talked to God da Alain Resnais. La caratteristica dei Troma film è una non comune violenza nella parodia della vita e del sogno americani, portata a un livello di nefandezza quasi insostenibile, ma mai volgare e disgustosa come i fatti orribili da cui trae spunto, dal culto delle pistole all'opposizione fanatica all'Obamacare. Il colmo del suo cinema è che perfino la comicità yiddish, che danza spesso con l'assurdo, e si difende dal mondo ritirandosi nel surreale, viene fatta a pezzi (come uno dei personaggi del suo nuovo film, Return to Nuke'em High - parte prima, un ebreo ortodosso canterino gay, con tanto di candelabro hassidico, che si trasforma in un mostro, tatuato da gang, assetato di sangue, anche se migliora di gran lunga le sue sonorità vocali). Se Jerry Lewis fosse nato un po' più tardi, se avesse studiato a Yale cinese-mandarino, latino e Lds (versione anti Harvard- anti-Timothy Leary) in un ambiente sessantottino come Lloyd, i suoi film oggi sarebbero proprio così. Il cattivo gusto trattato con una giuste dose di surrealismo acido e giocoso sadismo infantile diventa high style, high art. Proprio come nella ricetta del suo doppio giapponese, l'adoratissimo Miike Takashi.

La strana coppia. Un duo affiatato, quello di Pat e Lloyd. Proprio come Lauren & Hardy, Roger e Julie Corman (la femminista della New World), o John Landis e Deborah Nadoolman (la costumista di Thriller, suo il magico giubbotto di Michael Jackson). Identica la passione cinefila, il coraggio produttivo, l'intelligenza e l'umorismo, la capacità di nuotare nei propri lati dark e in quelli altrui, il senso del ritmo e l'umiltà di non fare annoiare mai il pubblico, anche se i Kaufman sono  più feroci nella polemica politica, a giudicare dall'incontro pubblico al Nuovo Cinema l'Aquila di sabato e domenica scorsi. In occasione della presentazione del suo nuovo film, un bellissimo e svitato pamphlet anti nucleare, una satira del 'verde e del biologico' come riciclaggio di sostanze velenose, superficialmente modificate, perché il capitalismo è morte, orrore e distruzione per sua natura, Return to Nuke'em High - Parte prima. Il sequel della trilogia aperta da Class of Nuke'em High, 1986, firmato ufficialmente da Samuel Weil, ma è un alias, è proprio lui.

Catherine Corcoran e Asta Paredes in Return to Nuke'em High
Il film, esplicitamente collegato ai due teen-cult-student hits di Allan Arkush The Rock'n'roll High School e di Mark Lester Class of 1984, è anche una versione tollerabile e non repressiva di Adéle di Kechiche, una parodia del film 'lesbo' liceale in stato d'allarme che ha vinto a Cannes parallelamente alla sua proiezione pulp nel Marché. Qui lo stato d'allarme non c'è e la storia d'amore nel college tra la ricca bionda appena arrivata, Lauren (Catherine Corcoran) e la proletaria bruna ambientalista e blogger Chrissy (Asta Paredes) va avanti spedita per la sua strada, contrastata solo dai tacos verdognoli, e non di guacamole, di cui si abbuffano i nerds, perché la centrale atomica di stanza a Tromaville, anche se apparentementa spenta e riconvertita in Tromorganic Corporation, non può rinunciare alla commercializzazione delle scorie fino al termine delle scorte. E' il capitalismo, bellezza! E i comignoloni eruttano sostanza grigiastra in odore Fukushima. Esalazioni e cibo-mensa che trasformano i ragazzi più docili in mostri aggressivi e dotano le nostre amanti saffiche, ormai toxic warriors, di giganteschi peni alla Aubrey Beardsley o di pancioni liquamosi. O forse è un sogno? La parte seconda dovrebbe essere montata in tempo per Cannes 67. Speriamo. Se no, come direbbe Jack Hill, cosa si va a fare a Cannes?

Tutto iniziò con Reed. Certo. Kaufamn è furioso soprattutto con i razzisti, i fascisti, i teapartisti, i servi delle multinazionali, quel complesso militare industriale che oggi, a differenza che negli anni di Eisenhower, ha inglobato anche i vertici sindacali, hollywoodiani e le lobbies dei congressisti (Time-Warner, per capirsi). E, altro che terra della libertà, quando si scaglia contro la censura economica negli States. Troppi i poveri che non riescono a diventare una antitesi. Obama, e il suo ispirarsi a F.D. Roosevelt, ci prova. Ma è stretto a tenaglia. Questo ci racconta e poi ci spiazza. Infatti partono strali anche contro i liberal Al Gore, Jesse Jackson e Clinton (anche Hillary), rappresentanti della ala limousine del partito democratico. Miliardari che proteggono miliardari. Che lottano contro la pollution per vincere il Nobel e per ampliare i loro affari più che per impedire l'avvelenamento del mondo, una guerra nucleare definitiva o un secondo diluvio universale. E che hanno peggiorato la vita dei bosniaci e dei serbi oltre che dei cineasti indipendenti, dei pochi rimasti, favorendo con un paio di leggi atroci sempre i poteri forti. Adesso il film è sempre più del produttore e sempre meno del regista. Altro che Robert Aldrich. Hollywood, d'altra parte, è la seconda voce per giro d'affari dell'economia americana...

L'ammazzabigotti. E Al Gore, in particolare (sua moglie Tipper soprattutto, nello specifico, ma poi hanno divorziato) ha perfino cercato di proibire o almeno imbavagliare un certo tipo di musica black e non black (il rap, ma anche Madonna, le canzoni violente, sessualmente troppo esplicite, immorali e diseducativa perché, diceva,  machiste, guerrigliere e gangsteristiche), costringendo Frank Zappa, John Denver e Dee Snider e altri musicisti a intervenire per fermare il Parental Music Resource Council con il loro kit ammazzabigotti e salvare la carriera di Ice Cube, Ice-T, Prince, Cindy Lauper, Black Sabbath e gli ACDC. Ecco, interpretata in questo modo, si può perfino apprezzare la polemica contro il politically correct, questo penoso cavallo di battaglia della destra razzista e maleducata o della sinistra disillusa e sedicente postideologica in stile South Park. Ma, se è Tromatically correct, is perfect.

Troma, un vero Trauma. Finalmente si è imparato dunque qualcosa di importante nelle scuole di cinema italiane, troppo poco esposte alle radiazioni benefiche dell'arte vivente. Per esempio: come si fa a usare bene il sesso e la violenza, questi giganteschi rimossi del cinema mainstream? Si possono scatenare giochi grafici estremi, ai confini della morale e dell'illegalità estetica, per ampliare gli orizzonti rivoluzionari dell'immaginario politico e esistenziale, al di là o almeno nei paraggi delle forme di Alberto Grifi, Mariano Laurenti, Asia Argento, Franco Brocani, Annabella Miscuglio e Tinto Brass? Henry pioggia di sangue, nonostante l'editto bulgaro di Nanni Moretti, sarà finalmente sdoganato dagli accademici e dagli anti accademici del nostro cinema? 

La tromette Catherine Corcoran
The Troma System. E la quadrilogia Toxic Avenger, l'epopea di un mite ragazzino oggetto di bullismo studentesco che diventa un mostruoso, deforme supereroe dopo essere caduto in un fusto di scorie radiattive? Ce la faremo a digerire il suo quarto episodio Citizen Toxic (2000), il sequel di The Last temptation of Toxic (1989)? Anche la scena dell'irruzione terrorista nella scuola per handicappati? Anche quella che ci racconta le gesta di Masturbator? Anche quella - di angelico cattivo gusto che de-sadizza Abu Ghraib per farci indignare di più - con Toxic che afferra per i piedi il terorrista e lo picchia per terra fino a fargli uscire la testa dal culo? Ognuno di questi film è costato dai 400 ai 500 mila dollari. Quasi una bestemmia per Hollywood e per tutto il sistema fondato sui megabudget, e guai a chi lo vuole far saltare in aria dall'interno. Quali sono i film che Kaufman odia di più? Pretty woman, perché non mette in discussione lo schiavismo della prostituzione, anzi se ne bea. Non si può non essere d'accordo. In sostanza il film racconta la storia di un incontro. Stronza incontra stronzo (mercante d'armi). Sono fatti l'uno per l'altro. Ma perfino un Robert Zemeckis, Forrest Gump, perché glorifica proprio chi è del tutto integrato, chi ha subito il lavaggio del cervello e segue pedissequamente ciò che deve essere, un militare in Vietnam, per esempio, senza rendersi conto di non volerlo esserlo.  Su questo non sono d'accordo. Invece Toni Negri lo sarebbe. E' vero che nella realta' e' la lotta degli sfruttati la molla dello sviluppo (Schumpeter). Ma nella realta' del cinema, dedicare alll'integrazione placida e gioconda un primo piano glamour e farne l'origine della crescita, e' esibire un senso dell'umorismo, volontario per Zemeckis, forse involontario per Tom Hanks, davvero micidiale.


Il Tromalab. La Latina Film Commission, e il suo direttore, dinamico e cosmopolita, Rino Piccolo, svezzato a Los Angeles, ci hanno provato a portare questa pura dinamite nel nostro sonnolento ambiente cinematografico. E, in collaborazione con Spaghetti Horror TV e con la Nuct, la Scuola Internazionale di Cinema che ha sede a Cinecittà, e la Puglia Film Commission che ha inventato, per merito di Paolo De Cesare un bel premio tromiano per il miglior soggetto cinematografico 'obliquo' (consegnato dal maestro dell'horror demenziale in persona), ha invitato infatti a Roma nei giorni scorsi questo cineasta nordamericano speciale e che fa film estremamente strani per affidargli un esplosivo seminario (a pagamento davvero irrisorio), il  "Tromalab". Come si dirige, come si produce, come si distribuisce (lui ha distribuito in America tra l'altro La sindrome di Stendhal di Argento e Totoro di Miyazaki), come si vende un film e come continuare a farne per decenni di pellicole (ora digitali) anche se non si riesce mai - vera eresia americana - a far grandi profitti, quasi a non farne.  Quasi a teorizzare la perdita dei soldi, con sensibilita' Zeman e anti-Roger Corman.

Lloyd Kaufman, 68 anni,  nato a New York City il 30 dicembre 1945, mai frequentata una scuola di cinema, è un total filmaker: regista, attore, sceneggiatore, produttore, distributore cinematografico (di tutto Fred Olen Ray, per esempio, ma anche del preistorico post apocalittico nucleare A Nymphoid Barbarian in Dinosaur Hell di Brett Piper, 1991, a cui impose questo titolo e un po' di tagli, senza che il regista se ne dispiacesse, anzi), nonché montatore, direttore della fotografia, compositore e scrittore di ben sei libri, tra fiction, autobiografia e 'professional'. Inoltre è l'ispiratore delle Tromette, le pom pom girls che fanno promozione 'live' dei film (anche a Cannes). E' il sindaco onorario di Tromaville, il direttore del TromaDance Film Festival, che prima si svolgeva durante il Sundance e lo Slamdance ("è molto più interessante della rassegna di Redford ormai dedicata a ex indie o a indie che non vorrebbero esserlo") a Park City, ma adesso lo ha spostato nel mese di aprile, in New Jersey. Dura due giorni, si proiettano 5 film al giorno. Un festival a bassissimo costo, "dove però si scoprono talenti magnifici, come quel giovane portoghese davvero in gamba che farà una grande carriera. Si chiama Fernando Ale e dovete tenere d'occhio un film che si intitola Banana Mother Fucker... Insomma. E' la passione per il cinema che muove tutto. 


The Troma aroma is $$$$. Un amor fou per la settima arte appreso dai suoi registi preferiti: Mizoguchi, Fuller, Welles, Lang, Lubitsch, Ford, Brakhage (adora Anything), Woody Allen, Cronenberg, Ozu, Renoir...  E dai Cahiers du cinema. E dalla 'politica degli autori'. E dalle visioni studentesche di Sirk, Hawks, Welles, Malle, Resnais cui lo costringeva l'amico di stanza Eric Sherman, il figlio del regista blacklisted di Hollywood Vincent Sherman (Gilda) senza il quale sarebbe diventato un insegnante o un assistente sociale, ma col quale poi ha rotto i rapporti per certe simpatie esagerate dell'amico verso una setta religiosa futurista, da una parte, ma fanatico-passatista dall'altra.  Quale è il segreto di Kaufman, invece? La povertà francescana. Il budget sotto-zero. A Cannes nel 2009 i 22 Troma-men, Tromette e Super Tromette sulla Croisette (sono un appuntamento annuale immancabile, vendicatori tossici e bellezze leopardate) dormivano tutti stipati in un appartamento con un solo letto a castello. Ma chi va a Cannes per dormire? Il Troma building, poi, per motivi finanziari, è stato recentemente spostato dall'opulenta Manhattan alla proletaria Queens, con studi impresentabili che si vergogna a far visitare. 

Tromaprize. A Kaufman è stato conferito dunque, in questi tempi di superausterity e arte di arrangiarsi post-berlusconiani, anche un meritato premio alla carriera (iniziata nel 1969 con The Girl who returned), consegnato al cinema Oxer. Grazie, comune di Latina! E l'occasione è servita anche per provare a lanciare i suoi film in Italia, che da 40 anni è come se avesse decretato un embargo, alla faccia della legge Mammì che sta rincretinendo da tre decenni il nostro pubblico, televisizzato, oratorizzato e brumorizzato. 

Tromaville a Cinecittà. Che poi è questa la vera causa della crisi, e della trasformazione di uno dei mercati più importanti e ambiti al mondo in una secondaria periferia cinematografica (vendono più biglietti in Svizzera che da noi) che vede i suoi gloriosi studios deperire. Con gli occhi accecati e avvelenati passa la voglia di uscire per andare al cinema e di fabbricare immagini innovative o almeno aggiornate al design 'interiore' internazionale. Ma, se pensiamo che l'intero circuito d'essai (le ex sale parrocchiali)  è per il 90% in mano al Vaticano (senza il cui ok censorio non si proiettano nemmeno le opere birichine di un auteur deviante come Pappi Corsicato), se pensiamo che perfino la Cineteca Italiana di Milano o la Cineteca Nazionale del Trevi di Roma non oserebbe mai proiettare un Troma movie, forse perfino il neo Filmstudio, e al disinteresse della stampa, della radio e della tv per questo grande evento culturale, c'è molto poco da sperare. A Kaufman il cinema italiano piace molto. Grandissimi a parte, nomina con affetto Mario Bava e Dario Argento (a proposito un pienone, per tre sere di seguito, un recente concerto dei Goblin a Los Angeles, come ne sarebbe estasiata Gabrielle Lucantonio). Ma anche gli zombies-movie di Lucio Fulci, che hanno sempre un retrogusto politico-sociale forte, come i George Romero. 

I vagabondi del Troma. Tra i suoi film indipendenti preferiti di sempre non dimentica di citare, tra Detour, Joe e Visitor Q (di Miike Takashi), anche Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato e non solo come a noi, prosaicamente e scherzosamente, perché Barbareschi alla fine viene mangiato vivo dai cannibali. Ma perché tocca il punto che a lui preme. La polemica contro i media e gli stati e i politici che controllano il pensiero e lobotomizzano i desideri della gente. Che impediscono ai cittadini di avere e di battersi per le proprie idee e di seguire la propria strada e non quella imposta. Di essere se stessi. Mai 'embedded'. Questo è il 'significato della vita' per Lloyd Kaufman. E bisogna essere piuttosto vistosi e dissacranti, scandalosi e prepotenti per fare con le immagini una critica dell'economia politica del visuale vigente, per liberare la testa e i desideri repressi del pubblico. Per questo è molto amato dai suoi fan. E' uno psycho killer che ci vendica per le brutte immagini che ci opprimono: le critica, sbriciola, vomita a forza di "scorregge" in stile Petomane, distruggendole con immagini ancora più insostenibili e folli. E' il metodo Orson Welles usato nel dramma radiofonico La Guerra dei Mondi.  Ci credete alle fandonie che vi raccontano i preti bigotti sui media che appartengono tutti alle grandi corporation? E allora beccatevi questa. Vi terrorizzo per guarirvi. Una terapia d'urto. Per questo è indispensabile. "E se vi serve un decalogo pret-a-porter non badate a Dogma 95, ho scritto per voi DogPile 95"...

Una Tromantica avventura. Chi è davvero Lloyd Kaufman? E' un 'blacklisted' dei tempi moderni. Come lo era Russ Meyer. Come lo è Brian Yuzan o Jack Hill. Un cineasta messo sulla lista nera economica. Indipendente, trasgressivo, moderatamente estremista, pulp (horror più softcore più humor più satirikon). Un militante della controinformazione politica leggiadra, molto al di là, perché charmant, dell'estrema sinistra. I suoi film e i suoi libri, studiati e adorati dai fan di tutto il mondo, sono perciò 'fuori casta', fuori schema e fuori catalogo. In circa 1000 film e programmi tv low budget ha fatto esordire cineasti del calibro di Oliver Stone e Billy Bob Thorton,  Trey Parker e Matt Stone (il duo di South Park), Kevin Costner e Samuel L. Jackon, Robert De Niro e Dennis Hopper, Dustin Hoffman e Chuck Lorre... E' stato eletto da più di un decennio presidente dell'Independent Film and Television Alliance (Ifta) che tutela gli extracomunitari off Hollywood.


Occupy Hollywood. Adesso Lloyd sta finendo di montare Occupy Cannes, il documentario girato sulla Croisette nel maggio del 2013 undici anni dopo il suo primo omaggio alla Croisette, All the love you Cannes (come sopravvivere sulla costosa costa azzurra senza farvi spennare). "Anzi, me lo ha strappato di mano mia figlia, molto più radicale di me, una militante stracomunista di Occupy Wall Street, una ragazza giramondo che parla l'arabo, è stata anche a Ryiad, chissà se farà in tempo a presentarlo a Cannes 2014. Durante le riprese la stampa e i media internazionali hanno molto parlato del film. Tutti, perfino l'Express francese. Grandi servizi. Tutti tranne gli americani. Né Hollywood ReporterVariety né Cbs o Hbo hanno scritto una sola riga o pronunciato una sola parola sul progetto. Come sempre". Il silenzio mediatico è il migliore antidoto contro gli irregolari indie. I film di Straub mica meritano le stellette o le palline di Ciak, d'altra parte. Mentre chi si piega ai voleri superiori per opportunismo (Elia Kazan) ne otterrà privilegi e vantaggi (Kaufman ha fatto parte del gruppo che ne ha contestato l'assegnazione dell'oscar alla carriera e lo considera, usando un eufemismo, un fascista). Eppure il francotedesco Straub non è uno dei migliori cineasti italiani, assieme all'americano Gianfranco Rosi e all'egiziano Maghed el Madhi?


The incredible Torture show. Le tv via etere e quelle via cavo Usa, dunque, non trasmettono i Troma, il circuito delle sale, multiplex o meno, sono impenetrabili e il sistema dei media li ignora. Out, off. Negli Stati Uniti il circuito underground produce dei volumoni-samizdat su tutte le notizie che non possono penetrare mai nel sistema comunicativo-informativo, forte e integrato. Solo ai margini, nelle nicchie, o quando ci si può far dei bei soldini (è successo a un grande amico di Kaufman, Michael Moore). Se metti in discussione le grandi compagnie multinazionali, chi avvelena il cibo, l'aria, l'acqua, i medici anti abortisti, chi fa il fracking, chi uccide 500 mila iracheni perché 'nascondevano' armi di distruzioni di massa...ti imbavagliano, ti ignorano, non esisti. Così per la Troma. La Company Samizdat. Che nasce nel 1974 a Manhattan per iniziativa di Lloyd Kaufman e di Michael Herz che chiedono a Joel M. Reed di girare Sucking Freak alias The Incredible Torture Show. 

Blood Sucking Freak. Il workshop/masterclass romano è stato diretto con humour e maestria da questo leggendario factotum del cinema no budget-no time che ha firmato classici comici o meglio satire politiche di contro cinema, o cinema bis o cinema trash, come The Toxic Avenger e Poultrygeist: Night of the Chicken Dead, film che hanno influenzato profondamente, tra gli altri, Quentin Tarantino, Eli Roth, Robert Rodriguez, Peter Jackson, Bobby e Peter Farrelly. Cineasti che hanno dato serietà horror all'espressione morire dal ridere, evitando di cadere nel postmoderno più futile e disimpegnato. La risata qui è un brivido di paura in più.


Il mistero del nome. La società di produzione indipendente Troma, famosa in tutto il mondo per il suo lungo e ricco catalogo sovversivo e comic-pulp - in rete si trovano molti film del loro catalogo -  è una delle pochissime entità off off ad avere resistito al soffocante monopolio dei big studios hollywoodiani. 40 anni è roba da Guinness dei primati. Si possono contare sulle dita di una mano i cineasti che sono riusciti negli ultimi anni a proteggere la propria integrità artistica rispetto ai colossi finanziari dell'immaginario e che hanno continuato a lavorare con regolarità dentro le mayor: Clint Eastwood, Oliver Stone (che è statao compagno di università a Yale di Kaufman, bé anche Bush jr. ma non faceva parte dello stesso giro né della stessa confraternita), Martin Scorsese e Francis Ford Coppola (non sempre), il canadese David Cronenberg, Tim Burton. Ancora meno coloro che riescono a stare ai margini del big business senza diventare invisibili, come John Waters o Gregg Araki o  Harmony Korine o Richard Linklater o Spike Jonze...Penelope Spheeris, per esempio, che fine ha fatto?

Adesso arriva il Moma. Kaufman ha parlato, il 26 e 27 ottobre scorso, ad addetti ai lavori e fan, circa 40 partecipanti e raccontato tutti i suoi trucchi del mestiere. Come fare esplodere teste e budella, come attraverso le nuove tecnologie si può ridurre il più possibile il budget senza distruggere l'opera che si vuole realizzare. Le sue pellicole (clonate in Cina e curate magnificamente, tanto che Kaufman preferiva la copia piratata del suo capolavoro zombie, Poultrygeist, scovata da un amico a Pechino, sia per il cast stellare assolutamente falso aggiuntovi sia per lo splendore della grafica di copertina) ormai fanno parte integrante della controcultura statunitense ma sono le più incomprese, se non odiate, dalla sensibilità mainstream. Ma forse le cose cambieranno presto. Infatti dopo Latina il Moma, il Museo d'arte moderna di New York, ha scelto proprio Lloyd Kaufman come uno dei grandi registi mondiali da onorare e programmerà i suoi film (assieme a quelli di David Lynch e di altri grandi filmaker di tutto il mondo) nel suo Festival di gennaio 2014, in una nuova rassegna chiamata "The Contenders".


Sottotitoli eccellenti. Durante il Workshop sono stati presentati alcuni gioielli del catalogo Troma, come The Taint e Terror Firmer, tutti sottotitolati magistralmente in italiani (con didascalie che spiegano i giochi di parole, le allusioni ai film, le citazioni dirette e le scherzose parodie perché due dei dodici impiegati della Troma Company sono italiani emigrati oltreoceano per le note ragioni). Il 27 e 28 è stato presentato Return to Nuke 'Em High, al Nuovo Cinema L'Aquila di Roma. I responsabili della sala ci hanno tenuto a sottolineare che il comune di Roma, proprietario di questo cinematografo requisito alla Mafia, non ha voluto dare il patrocinio alla rassegna. Con Alemanno sarebbe stato un no secco e scandalizzato alla proiezione (non facevo gli ex An così cinefili). Almeno, con Marino, è stato un ni (non sa neanche cosa sono). Meglio che niente.

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