giovedì 28 novembre 2013

Dalle parti di Sant'Elena... 37°4 S di Adriano Valerio vince Corto Dorico 2013

37° 4 S di Adriano Valerio


Roberto Silvestri

Si ricomincia ancora dal vento dell'oceano Atlantico del sud, dai colori gelidi e dal paesaggio verde-grigio livido che ci ricorda l'opera prima di  Marco Bechis, Alambrista.

Riaan Repetto in 37° 4 S
Da un non luogo nascosto dalle alte e inquietanti onde oceaniche, da un arcipelago sperduto di 7 isolette vulcaniche disabitate che fu avvistato per la prima volta nel 1506 da un navigatore portoghese, che non vi sbarcò neppure, ma che gli diede il suo nome, Tristan da Cunha, battezzandolo di passaggio, ed è più vicina a Città del Capo che alla Terra del fuoco: a 1750 miglia a est c'è il Sudafrica.

Non è facile arrivare fin laggiù, anche le baleniere ormai non vi attraccano più. Bisogna avere un po' di Werner Herzog nell'anima. E neppure è semplice ottenere il permesso per sbarcare (senza aeroporto, senza porto...), figuriamoci per girare film da queste parti. Bisogna ringraziare "Medicine senza frontiere" e in particolare il dottor Loran Bonnardot, che lì ha una postazione speciale da sei anni per gli speciali problemi endogamici che affliggono la comunità più 'lontana' da tutto e che ha fornito al regista i lasciapassare necessari.

Qui è problematico attraccare, e senza barchette che ti raccolgono dai battelli sudafricani niente da fare, come a Filicudi. Essere poi accettati per girare film sperimentali... Bisogna convincere, sedurre gli abitanti, trasformarsi in uno di casa...  Risiedere a lungo nel luogo. Giocare a golf. E questo è un bene. Così si guarda molto, prima di girare. Ci si immedesima con il ventoso paesaggio. Non lo si sfrutta una botta e via, da marines dello spettacolo exotic. E per fare cinema bisogna guardare molto a lungo, osservare bene. Se si è responsabili.

Gli abitanti di una delle sette isole dell'arcipelago che si chiama proprio Tristan da Cunha, non sono neanche trecento. Anglicani per lo più, ma anche cattolici. Parlano, se parlano - i tipi sembrano di poche parole -  inglese, perché poi furono gli inglesi a controllare politicamente tutti gli scogli dalle parti di Sant'Elena, che dista solo 1350 miglia più a nord. Non si sa mai. Altro che l'Argentina di Papa Francesco. E' qui la fine del mondo. 

il golf nell'isola Tristan da Cunha
Gli inglesi per controllare Tristan da Cunha e Bonaparte vi cacciarono un italiano, Tommaso Corri, che assieme a due marinai americani si era autonominato padrone del posto (c'è un lago, dunque acqua dolce). Comunque due dei sette cognomi presenti nell'arcipelago sono ancora italiani, Repetto e Levarello, originari di Camogli e qui dal 1892. Gli altri 6 fondatori maschi della colonia hanno tutti nomi angloamericani (anche Swain), a parte un olandese. La colonia era scappata tutta nel 1961, a causa di una eruzione devastante (c'è un vulcano turbolento). Ma tornò laggiù nel 1962....

L'attracco pericoloso
Tra questi abitanti, contadini, marinai e pastori, ci sono infatti Nick (Riaan Repetto) e Anne (Natalie Swain), giovanissimi, ma innamorati da sempre. Cinguettano preferibilmente ai bordi di una piscina senz'acqua, che nello stereotipo del cinema d'arte dice tutto sul vuoto esistenziale, il no future, l'aridità emozionale di un paesaggio arido e cupo che costringe all'incesto tribale obbligatorio (l'endogamia fa brutti scherzi, come li ha fatti nel Sudafrica apartheid,  e diffonde asma e glaucoma, causati da inevitabili matrimoni fra componenti sempre più imparentati) anche per la fine di ogni velleità turistica. Pochissimi anche i visitatori estremi. Ed è un peccato. C'è tanta pace, e le aragoste sono rinomate, quanto ricarcati i francobolli, rarissimi, made in Tristan da Cunha.

Anne, però, non ne può più. Vuole abbandonare l'isola, per studiare a Londra. Nick, invece di seguirla (tra il tifo da stadio del pubblico) tanto più o meno si sopravvive a Londra in un modo o nell'altro, è terrorizzato, e fa uscire da sé tutto il conservatore passatista che è in lui. Oltretutto il Liverpool, la sua sua squadra del cuore, ha venduto Torres, e quanto a Suarez gli basterà chiamare la barca che sta fabbricando con il suo soprannome, 'G-Force', invece di utilizzare il melenso "Anne", e veder i suoi goal in tv. Insomma. Non se la sente di lasciare il suo borgo,
Edinburgh of the Seven Seas (alias "The Settlement"), di spezzare così brutalmente le radici. Ha paura di perdere Anne nella metropoli tentacolare che lui non sa gestire. E resiste alla proposta del nonno. "Ti pago il viaggio se porti con te la nonna"....   


Anne e Nick in piscina
Scopriamo tutto dalla voice over, perché i due ragazzi non hanno voluto imparare i dialogare e imparare le battute. E' una voce off che spiega tutto. Recitare sì. Parlare no. Ma l'effetto video clip spunta qua e là

Il regista che vorrebbe girare lì un lungometraggio di finzione si è messo dunque a prendere appunti con questo corto 'fiction non fiction'. Si chiama Adriano Valerio, 36 anni, è italiano, di Varese, è un girovago del cinema - dal vivaio Bellocchio alla Francia, dal Libano al Marocco, ai talent campus di Berlino e Locarno - vive tra Parigi e Berlino, è al suo sesto corto (più videoclip, pubblicità, doc e graphic novel), è stato un selezionatore del festival Immaginario di Perugia e ha fondato un Ong specializzato nel organizzare workshop per giovani cineasti dei tre mondi, Camera Mundi e sta per trasformare questo corto d'atmosfera in un lungo d'azione.


il regista Adriano Valerio
Era già in selezione ufficiale a Cannes con questo 'one man movie' digitale di 12', dal titolo toponomastico di 34° 4 S, vincendo una menzione speciale (la giuria era guidata da Jane Campion), è stato in gara a Torino tra i corti e ha vinto a Corto Dorico di Ancona il primo premio (in giuria Maurizio Nichetti, Giancarlo Basili, Elena Radonicich) e quello della stampa (in giuria Mariuccia Ciotta, Giulio Sangiorgio e Andrea Chimento). Sta facendo il giro del mondo dei festival (ha appena vinto una menzione speciale all'Aguilar de Campoo International Short Film Festival, Spagna). Ma. Le esatte coordinate dell'isola di Tristan da Cunha sono, comunque, secondo Wikipedia, 37°6′44″S 12°16′56″W.

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