giovedì 20 ottobre 2016

Festa di Roma. I film delle star. The Accountant, con Ben Affleck


Anna Kendrick e Ben Affleck in The Accountant (la scena della pausa pranzo)
Roberto Silvestri

The Accountant (il contabile), l’high concept dello sceneggiatore Will Dubuque è: costruire un thriller pieno d’azione, anche psicologica, con un commercialista come eroe solitario e misterioso (oltretutto con problemi di autismo, e traumi causati dal padre, in stile Quel fenomeno di mio figlio, con Jerry Lewis), dal lavoro diversamente affascinante, attorniato da personaggi non convenzionali: una funzionaria pubblica ricattata, uno spietato killer, manager sudiste e i peggiori mostri della terra. Soprattutto l'handicap ha bloccato per anni il progetto. "Non funziona". In realtà il film, girato in Georgia, ad Atlanta, ma ambientato in Illinois, ha incassato 44 milioni di dollari negli Usa. Comunque Mel Gibson non lo ha voluto interpretare e i Coen non lo hanno voluto dirigere.

Il protagonista della storia è Christian Wolff (notare il nome, in fondo siamo sempre in guerra con l’Isis), interpretato da Ben Affleck, che, contemporaneamente, è: portatore di handicap (autistico, appunto), vittima infantile di genitori divorziati, genio intellettuale (matematico), genio militare (lo allenava a forza una sorta di Bruce Lee), genio del male di fuori, ma pasta d’uomo, capace di sentimenti profondi e normali, dentro (molto dentro, e solo con commercialiste).
Infine collezionista d’arte controvoglia. Hobby? Sparare con i fucili mitragliatori da combattimento.

Ben Affleck
Christian concentra insomma tutte le qualità di molti classici nemici mortali psicotici di 007, oggi trasformati dalle serie tv in noiosi super eroi che, più utilizzano ogni mezzo criminale necessario per primeggiare come sparare con maggiore precisione e lottare senza mai subire K.O., e più salgono negli indici di gradimento popolare (come Trump e altri mascalzoni). Per calmarsi Christian non a caso canticchia una filastrocca imparata da bambino su Solomon Gundry, che nei fumetti DC è un nemico di Batman (personaggio che Ben Affleck ha interpretato nel passato). Gavin O’Connor, il regista, però sta facendo cinema e non televisione. Dunque basterà circondare Christian di personaggi ancora più malvagi di lui e diventerà presto, con la complicità di J.K.Simmons (Whiplash) nel ruolo di un alto funzionario del Dipartimento Tesoro, il Giustiziere: della famiglia Gambino, dei feroci cartelli della droga ispanici, dei gruppi terroristi e perfino di una mega compagnia elettronica specializzata in bio-protesi di ultima generazione  (dove c’è qualcuno, John Litgow,  come al solito capace di esprimere almeno sette tipi di ambiguità, che sta stornando miliardi di dollari).     
Nella prima scena Christian, adulto, insegna a una famiglia come frodare il fisco “legalmente” e vivere felici (prendete appunti) ma quell’ufficietto di commercialista di una sperduta cittadina di provincia, è solo la sua copertura… In realtà la casa trabocca di soldi di ogni valuta, di passaporti falsi a volontà, di armi da guerra, di quadri di Pollock e di Renoir (per pagarlo in nero cosa di meglio?) e di un camper attrezzato per la fuga rapida. Lavorare in certi ambienti può provocare seri danni alla salute.  
J.K.Simmons
I cattivi, comunque, divertono. Tutti gli altri annoiano. Sono rock, non lenti (per questo Hillary ha dovuto conquistare gli elettori mettendo in evidenza alcuni suoi aspetti segreti un po’ funesti…fa chic, e se no, non vincerà. In Christian la cattiveria è essenziale come il ghiaccio nel Martini molto secco. Tanto poi si butta via.
Nella seconda scena, in flashback infantile, Christian si agita troppo e comunica nulla. Così il padre, alto militare, lo strappa agli specialisti che vorrebbero proteggerlo dal mondo, lo getta invece proprio nella mischia, e lo addestra, fin da piccolo e più del fratello, ad aggredite per primo coi pugni, i pugnali, le arti marziali, le pistole e i fucili mitragliatori, chiunque gli si metta davanti.
John Litgow, sul retro)
Il titolo del film scelto dalla Wb, poi, è davvero eccentrico e apparentemente poco glamour, “il ragioniere”, “il contabile”, “il commercialista”, cosa c’è di più dannoso al botteghino? Invece questo lavoro è più alla moda di quanto non si pensi, visto che solo di soldi, Pil, scontrini, paradisi fiscali, conti in rosso, Equitalia, come ingannare il fisco e vivere felici, si parla, e da ogni parte della barricata e del mondo senza bravi commercialisti non si organizzano più neppure più le Olimpiadi.
Inoltre il film è un vestito fatto su misura per Ben Affleck, questo Christian dalle molteplici qualità e personalità, che, non più filiforme, oggi è massiccio come una guardia del corpo e vuole far vedere di non essere da meno, come grande matematico, del suo amico Matt Damon. Così se la sua mente conosce pause e vuoti, che il corpo imbolsito rende credibili, ecco che le nuove tecnologie internet lo assistono attraverso una misteriosa partner che lo teleguida via I-phone.  La macchina da guerra con i muscoli di Rambo e il cervello di Einstein, timido e riservatissimo con le donne, non potrà che trovare il lavoro perfetto come free lance là dove camorra e ndrangheta  devono far quadrare i bilanci e cancellare dalla terra chi sgarra.
Dentro una confezione di soffocante perfezione spazio-temporale, ma priva di aria, di sole, di spazi visivi sonori, di movimenti luministici sinuosi, insomma tra ritmi e grafie dinamiche prevedibili anche se di alta scuola, non mancano bagliori di follia, di fuoco, di umorismo e di ebbrezza. Come il rapinatore Walter Matthau, l’ultimo degli indipendenti in Chi ucciderà Charlie Varrick, e in quei thriller liberi e anarchici anni 70 anche Christian sa ridere e piangere sulle miserie del nostro animo, su se stesso. Il duetto in pausa pranzo, poi, tra Ben Affleck e Anna Kendrick varrà il prezzo del biglietto. Che l'università di Chicago sia "la tomba del piacere" come afferma una sconsolata Dana in questa scena pare che sia proprio il motto (non ufficiale) degli studenti dell'Illinois. E, a proposito di umorismo, la super matermatica Dana Cummings saputo che Christian ha cambiato 34 case gli schiede "quante volte ti sei spostato?" E il super matematico non gli dice 33, ma 34....

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