venerdì 2 giugno 2017

Twin Peaks e "l'aura" Palmer


Mariuccia Ciotta

Cannes
L'artista che rende materico il subconscio è tornato con la terza serie di Twin Peaks, già in onda sulle tv via cavo, e non ha perso “l'aura” Palmer, la bella Sheryl Lee, 26 anni dopo le due serie andate in onda sulla rete Abc dal '90 al '91.
Si possono lasciare impronte sulla scena di un delitto soltanto sognato? Anche peggio. Si può parlare all'incontrario con una voce a scatti metallici, seduti sul divano nella sala d'aspetto dell'inferno, con un albero scheletrico che monta una testa-cervello parlante. Sembrano i quadri misteriosi che il cineasta compone nel documentario (nelle sale italiane) David Lynch – The Art of Life, tele appiccicose di plastilina, filamenti e mostri informi.

Le due prime puntate viste al festival, musica di Angelo Badalamenti, create da Lynch e Mark Frost, non rilanciano solo la serie e i protagonisti cult, Kyle MacLachlan, Piper Laurie, Ray Wise, o il pavimento tromp l'oeil e le tende di velluto rosso. I due film di 56' turbano ancora più di allora, e sembrano interrogarsi sugli esperimenti indicibili di laboratori alla Frankenstein, macchine aperte all'aldilà, ectoplasmi elettronici, innesti di materiale organico e artificiale. Tutto nella Loggia nera, in presenza di una testa mozzata di donna che non appartiene al corpo fuori formato di un uomo. Metamorfosi in transito. 

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